In lingua italiana corretta si deve dire "affittosi" (o si affittano) appartamenti, non “affittasi”; ecco lo strafalcione. Il “si”, in questo caso, non è impersonale, ma passivante. Alcuni, probabilmente, non riescono a distinguere i due “si”. Il “si impersonale”, lo dice la stessa parola, non ha una persona specifica che compie l’azione; la frase è priva del soggetto, o meglio, ha un soggetto indeterminato ed è rappresentato, per l’appunto, dal pronome personale seguito da un verbo di terza persona singolare: “si” parla francese; “si” dice che…; in quel locale “si” mangia bene. Il si impersonale, insomma, è facilmente “afferrabile” perché può essere sostituito con le voci “gente” o “uomo”: “si” parla inglese, vale a dire “la gente”, “l’uomo” parla inglese; “si dice che…, ossia “l’uomo” dice che…; in quel locale “si” mangia bene, ovverosia “la gente” dice che in quel locale si mangia bene. Ogni volta che il “si” può essere cambiato in “uomo”, “gente” il verbo che lo segue deve essere necessariamente di terza persona singolare. Le forme più frequenti di “si impersonale” sono: si dice; si racconta; si sa, si crede; si pensa; si fa; si sta, eccetera.
Il “si passivante”, invece – e è il caso di “vendesi” – è riconoscibile dal fatto che il “si” si può eliminare e le voci verbali che lo seguono possono essere accompagnate dal verbo “venire” rendendo, in tal modo, la frase passiva (si passivante, appunto); si vendono appartamenti, gli appartamenti “vengono” venduti; “si” riparano orologi, gli orologi “vengono” riparati. In altri termini, la frase contenente il si passivante ha un soggetto ben definito che subisce l’azione espressa dal verbo. Il si passivante si riconosce, perché è adoperato con i verbi transitivi i soli che possono diventare passivi.